- una serie di elementi plastici;
- una serie di elementi spaziali;
- i fatti funzionali;
- le interrelazioni con l'intorno specifico.
In un'opera di architettura ve ne sono sempre in lunga serie perchè essi sono in continua correlazione con gli elementi spaziali e non può formarsi uno spazio con un solo muro (individuabile secondo una forma più o meno geometrica) o con una sola colonna: in ogni caso vi deve essere almeno il piano di calpestio.
Gli elementi spaziali |
Fatti funzionali |
Entrambi gli elementi sopra descritti hanno una loro specifica funzione legata all'uso che di essi se ne può fare. Questa funzione si chiama primaria: un'opera di architettura esige che essa sia sempre presente, quando viene a scemare nel tempo per il cambiamento di tipologie di vita o per altri motivi quella si trasforma mano a mano in una testimonianza storica, in un rudere, in una scultura.
Insieme alla funzione primaria sono comunque presenti le funzioni secondarie legate a tutti gli aspetti indipendenti dall'uso. Ad esempio un portone in legno permette il passaggio come un portone in ferro, ma comunica una differente sensibilità del progettista o del proprietario. Così un'abitazione pavimentata in parquet appare molto più accogliente di una con ceramiche anche se entrambe consentono di viverci comodamente.
Pertanto i materiali, i colori, le composizioni costituiscono sempre fattori che uniscono alle funzioni legate all'uso una notevole quantità di funzioni secondarie.
Interrelazioni con l'intorno specifico |
Già la stessa fondazione può essere considerata una interrelazione (in questo caso per la funzione primaria di scaricare i pesi al suolo), ma anche le forme corrispondenti a quelle delle montagne (i tetti con falde maggiormente inclinate) o i materiali della zona (il tufo nelle aree vulcaniche), gli igloo nelle zone nordiche e ghiacciate, le capanne di canne nell zone tropicali, sono delle interrelazioni che contengono anche le ormai famose funzioni secondarie (ci comunicano della civiltà, del clima, dell'economia dei popoli o delle zone geografiche).
Approfondimenti |
Bisogna distinguere due tipi di spazi: quelli positivi e quelli negativi.
Con i primi vanno intesi gli elementi spaziali che si individuano con immediatezza, ancor prima degli elementi plastici: è il caso delle forme riconoscibili perchè geometricamente regolari e per spiegarlo non c'è miglior esempio di quello preso in prestito dal formaggio emmental. Gli spazi, rappresentati dai buchi tra la pasta del formaggio, sono delle precise sfere e pertanto possono essere qualificati come "positivi" rispetto agli elementi plastici (il formaggio) che sono "negativi". Quando si trasferisce questo esempio in un'opera di architettura è un pò più difficile individuare le diverse qualità, ma va sottolineato che si possono apprezzare le differenze solo se la progettazione è accurata e determinata a fornire all'occhio del fruitore l'aspetto negativo-positivo, diversamente esso non sarà percepito.
Un esempio sulla raffinatezza degli spazi negativi, che sono molto più sfuggenti, meno memorizzabili e quindi vissuti con molta più tensione culturale, è lo spazio esistente tra il tiburio ed il campanile di S.Andrea delle Fratte a Roma progettato dal quel genio del Borromini. Quando si guarda quella costruzione e la distanza "rivoluzionaria" tra i due elementi plastici ci si ferma per capirla e non ci si stanca mai di osservare: comunque rimane impressa dentro di noi. Bisogna essere allenati a gustare questi tipi di spazi, ma nessuno ce li ha mai insegnati, se nessuno li ha mai definiti, classificati, differenziati, non sapremo mai che esistono.
1 Comment:
davvero fatto molto bene. complimenti
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