venerdì 8 ottobre 2010

Ristrutturazioni: IVA al 10%


Ristrutturazioni: IVA al 10%

Per chi vuole ristrutturare casa è stata reintrodotta la vecchia aliquota agevolata


ora è più conveniente ristrutturare
ristrutturare casa: ora è più conveniente ristrutturare-ristrutturazioni
Il testo, approdato in aula il 25/07/2006 dopo l’approvazione della Commissione Bilancio, reintroduce l’aliquota Iva agevolata del 10% sugli interventi di ristrutturazione edilizia.

La misura, introdotta con un emendamento approvato in Commissione Bilancio del Senato, entrerà in vigore il 1° ottobre prossimo e sarà applicabile per tre mesi. La conferma avverrà, eventualmente, con la Finanziaria per il 2007.

Il decreto legge sulle liberalizzazioni (DL 223/2006) aveva stabilito – ricordiamo - che la detrazione Irpef 41% per le ristrutturazioni edilizie fosse subordinata alla condizione che, per le spese sostenute a decorrere dalla entrata in vigore del decreto, nella fattura emessa dal soggetto che esegue l’intervento venisse esposto separatamente il costo della manodopera (art. 35 comma 19).


La detrazione irpef
Nessuna modifica sulle aliquote Irpef: la detrazione resta al 41% e il tetto detraibile a 48.000 euro.

Introdotta, inoltre, sperimentalmente dal primo gennaio 2007, la possibilità di detrarre fiscalmente fino a 1.000 euro di spese di intermediazioni immobiliari regolarmente denunciate.


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lunedì 20 settembre 2010

Schema per il calcolo di massima delle reti idriche


Schema per il calcolo di massima delle reti idriche

Denominazione tratto: il condotto viene diviso virtualmente in varie parti per studiarne le varie caratteristiche, ad ogni tratto viene dato un nome al fine di individuarlo più velocemente.

Portata totale: è la quantità di acqua di acqua che passa attraverso il tratto di condotto in un’ora.

Numero flussometri: i flussometri sono i regolatori del flusso di acqua che passa nel tubo.
Questa voce indica il numero di strumenti presenti nel tratto.

Portata ridotta:

Lunghezza reale: è la lunghezza del tratto di condotto.

Lunghezza equivalente:

Lunghezza totale:

Diametro assunto: è il diametro del condotto.

Velocità acqua: è la velocità che ha l’acqua nel tratto di condotto.

Perdite continue: sono le perdite di acqua dovute a giunture, strettoie, curva o altro presenti nel condotto.

Perdite carico tratto: sono le perdite di acqua dovute a fattori naturali (attrito con il condotto, evaporazione e altro)


domenica 19 settembre 2010

I tipi di posa del parquet


Scelto il parquet, è il momento di ordinarlo. Premessa: in realtà al momento della scelta conviene avere già qualche idea riguardo la posa, perchè il tipo di posa incide anche sulla quantità di parquet da ordinare, e inoltre è bene sapere che se il listone del parquet che avete scelto non ha le giunzioni maschio-femmina che ne facilitano l’incastro, per la posa sono richieste maggiore abilità ed attenzione. La soluzione migliore, attualmente, è quella della giunzione a incastro, un’evoluzione di quella maschio-femmina con una maggiore tenuta grazie al particolare disegno delle due parti, e che entra in sede con una specie di scatto. Questa immagine aiuta a capire:
posaparquet
QUANTO PARQUET PREVEDERE
I tipi di posa sono molti, e in teoria sono limitati solo dalla nostra fantasia, ma ciò che conta è che comportano più o meno scarti. In generale gli schemi di posa che seguono l’andamento delle pareti hanno meno scarto, quelli in diagonale di più. Per i primi, vi conviene ordinare il 4-5 per cento in più dei metri quadrati della superficie da rivestire. Per la posa in diagonale, circa i 10 per cento in più. Meglio se vi avanzano un po’ di listoni. Li conserverete per eventuali sostituzioni future.
FARE L’ORDINE: ZOCCOLETTO E PEZZI SPECIALI
Al momento dell’ordine, non dimenticate lo zoccoletto o battiscopa, che non è solo una finitura estetica ma serve per celare il vuoto che avrete lasciato per compensare la dilatazione del parquet, e i giunti di dilatazione. A che cosa servono? Sono indispensabili se dovete pavimentare superfici piuttosto grandi. Infatti in questo caso lo spazio vuoto lasciato tra il parquet e le pareti può non essere sufficiente ad assorbire la dilatazione del legno, con il rischio che il parquet si alzi. I giunti di dilatazione, giunture in gomma o o altro materiale plastico, vanno inframmezzati ai listoni circa ogni 6-8-10 metri di superficie lineare. L’oscillazione delle misure dipende dal tipo di parquet scelto e dal disegno con cui il parquet viene posato. Diciamo che fino a sei metri di lunghezza, se lasciate 8-10 mm di vuoto tra il parquet e la parete, potete evitare i giunti di dilatazione.
Quando ordinate non dimenticate tutte le altre cose necessarie, che dipendono però dal tipo di posa, e quindi evitiamo di elencare qui. Ricaverete da voi la lista dai seguenti paragrafi
I TIPI DI POSA
Le tecniche sono quattro: 1. inchiodato. 2. incollato. 3. flottante con colla. 4. flottante libero. A bruciapelo, vi consigliamo il flottante libero, perchè è il più facile, ma anche perchè ne potete sostituire più facilmente un’area danneggiata e potete smontarlo e rimontarlo in un altro ambiente. Ma vediamo le tecniche più in dettaglio
Inchiodato. Metodo tradizionale, è il più antico, ma anche il più complesso e il più costoso. In pratica, i listoni vanno inchiodati su delle liste in legno già predisposte. Questo significa che tale posa va prevista quando fate o rifate il massetto. Le liste, dette magatelli, sono a sezione triangolare, con l’angolo superiore smussato. I magatelli devono essere annegati nel massetto. Inutire dire che la fase di inchiodature dei listoni sui magatelli è lunga e delicata. Se volete questa posa, il nostro consiglio è di affidarvi a un professionista.
Incollato. Negli anni passati è stato il metodo più diffuso. Si stende la colla sul massetto o sul pavimento sottostante e poi si posano i listoni. Anche se per fortuna le colle di oggi sono atossiche (in passato erano davvero nocive: non sono pochissimi i posatori di una certa età che hanno problemi di salute. Ne conosciamo uno che ha perso un polmone…), riteniamo che meno se ne usano e meglio è.
Flottante, con colla o libero. Attualmente è il metodo che gode di maggior fortuna. La posa flottante presuppone la stesura di un rivestimento tra il massetto e il parquet vero e proprio. Questo “tappetino”, o sottopavimento, ha molteplici funzioni:
1. Livelamento: livellare eventuali imperfezioni del sottofondo, che comunque devono essere minime
2. Fonoassorbimento: assorbire il rumore della camminata: senza il tappetino il parquet flottante, in particolare se ci camminate con scarpe di cuoio o zoccoli in legno, suona “vuoto”. Un buon tappetino fonoassorbente evitate l’inconveniente. Per questa funzione è particolarmente indicato quello in sughero.
3. Isolamento termico e acustisto: isolare il parquet dall’umidità, e più in generale una funzione di isolamento anche termico è sempre apprezzabile, perchè serve a ridurre il fenomeno di dilatazione cui i listoni sono soggetti proprio a causa del caldo e dell’umidità.
Ma quanto costa un tappetino per parquet? I prezzi oscillano da circa 1 euro a 3-4 euro al metro quadrato.
Una volta sistemato il tappetino, la posa flottante può essere eseguita per semplice incastro dei listoni, come da figura in alto, oppure incollando il lato di incastro in modo da fissare maschio e femmina. La posa a incastro libero, oltre che essere più semplice ed economica, ha un ulteriore vantaggio: in un secondo momento potrete smontare il parquet e rimontarlo in un’altra stanza, quando si presenterà la necessità. Se ipotizzate che possa accadere, raccomandiamo di prevederlo al momento dell’ordine, meglio aumentare quel minimo 4 per cento in più che dovreste sempre calcolare per lasciarvi qualche ulteriore listone di riservam che vi farà comodo quando rimonterete il parquet in un’altra stanza.


posare il parquet


Sos freddo: come curare gli attrezzi da giardino

Postato in Senza categoria il 1 febbraio, 2010
Affilare, lubrificare, conservare. Sono queste le mosse giuste per mantenere in buono stato gli attrezzi da giardino durante il periodo invernale. Perché si sa, prevenire è meglio che curare.
Umidità, pioggia, basse temperature possono corrodere le lame e le giunture di asce, coltelli, cesoie e troncarami.
affilalama500
Per gli attrezzi con molle e giunture
Lame, giunture e molle devono essere lubrificate regolarmente con qualche goccia d’olio. Se l’attrezzo ha delle molle, le lame devono essere chiuse e bloccate prima di conservarlo, in quanto la tensione delle molle mantiene la capacità di taglio dell’attrezzo.
Per gli attrezzi con lame
Bisogna affilare periodicamente le lame. Il modo più semplice è utilizzare una lima diamantata, mentre per affilare l’ascia è meglio utilizzare un affila ascia. Per esempio Fiskars, azienda specializzata in attrezzi da taglio, propone un affila ascia e coltelli (12 euro, in foto) dotato di mole in ceramica, supporto antiscivolo e dispositivi di sicurezza per evitare incidenti.
Infine l’importante è conservare gli attrezzi al riparo da agenti atmosferici e dai bambini.
Leggi anche come pulire gli attrezzi da giardino e l’abc del giardiniere: guida agli attrezzi

Bricolage, boom di vendite on line

Postato in Senza categoria il 19 gennaio, 2010
Il settore, insieme alla casa, cresce del 44 per cento in due anni secondo i dati eBay.it. Venduto un oggetto ogni 17 secondi
flowerpots300Chi fa da sé non sempre fa per tre, ma sicuramente risparmia. E con i tempi che corrono, e soprattutto con quelli che sono corsi, l’argomento risparmio è sempre un ottimo argomento. Come dimostrano i dati diffusi da eBay.it, il sito di acquisti on line che rappresenta un osservatorio privilegiato sui comportamenti d’acquisto dei compratori degli italiani. Infatti, se il commercio on line è in generale in crescita, all’interno del grande mercato virtuale non tutti i settori crescono alla stessa maniera. Tra quelli più positivi c’è appunto proprio quello legato al far da sé, ovvero il bricolage.
Mettendo insieme i dati degli ultimi due anni, 2008 e 2009, e quindi ottenendo risultati particolarmente attendibili e significativi, a eBay.it registrano che il settore casa, arredamento e bricolage cresce del 44 per cento: ogni 17 secondi gli italiani comprano on line un oggetto di questo settore. Obiezione: ma il settore casa arredamento e bricolage è ampio e non riguarda solo il far da sè. Vero, ma se osserviamo il dettaglio della classifica Oggetti più venduti: al primo posto il Giardinaggio e bonsai, al secondo Piccoli elettrodomestici per cucina, al terzo Utensili elettrici e al quarto Utensili manuali: quattro gruppi che prevedono sempre un far da sé. E se il secondo, Piccoli elettrodomestici, indica in generale il cucinare e dintorni, ricordiamo che il boom delle macchine del pane negli ultimi due anni riguarda proprio il far da sé e il risparmio: fare il pane in casa è semplice, soddisfa il palato e dà un drastico taglio alla spesa di panetteria. Da sottolineare inoltre il découpage al dodicesimo posto e il punto croce al sedicesimo.
Infine, è interessante anche la classifica dei cinque oggetti con il maggiore incremento percentuale di vendite nel 2009 rispetto al 2008: piante da interno +225 per cento, articoli per animali +146 per cento, lampadine e led +118 per cento (le lampadine a incandescenza stanno per uscire di produzione), tessuti per arredamento +100 per cento e automatismi per garage +92 per cento.
Le parole chiave per le ricerche riservano meno sorprese, a parte due aziende, Tupperware e Ikea, si va da Box doccia a Divano, da Mobile Bagno a Lampadario, Libreria e altri abituali oggetti di arredamento.
Di Aurelio Magistà
Guarda la classifica degli oggetti più venduti
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Sos muffa

Postato in Senza categoria il 21 dicembre, 2009
Antiestetica e insalubre, si forma a causa di infiltrazioni o eccessiva umidità. Ecco come intervenire nell’immediato, quali sono le cause e quali comportamenti evitare, partendo da una domanda dei lettori.
muffa500
In alcune stanze della mia abitazione (tutte dipinte con lavabile bianca,  si formano delle muffe a “macchia di leopardo”, sempre negli stessi punti ossia dove si trovano i pilastri e i travi di calcestruzzo, sulle pareti di mattoni forati il fenomeno è molto meno intenso, praticamente inesistente , solo sfumato man mano che ci si allontana dal cemento armato. Ho provato delle costose vernici antimuffa (che hanno un lievissimo odore di zolfo) ma le muffe ricompaiono dopo 3, massimo 4 anni. Attualmente utilizzo comune candeggina spruzzata con un erogatore spray,  ripetendo l’operazione fino alla scomparsa delle muffe , a intervalli di 24 ore.
Con tale soluzione il lavoro è poco e la spesa irrisoria ma ovviamente nel giro di un annetto le muffe  si riformano.
Escludendo un costoso intervento di cappottatura esterna, quali altre soluzioni potete consigliarmi? Un rivestimento murale in sughero di 4 mm, incollato alla parete, potrebbe risolvere il problema?
Ringraziando per l’eventuale attenzione porgo i più cordiali saluti,
Regina


Risponde l’architetto Paola Nisticò di Roma
La muffa è un sintomo di condensa presente all’interno o sulla superficie della parete: essa si manifesta quando la parete esterna dell’edificio non è adeguatamente isolata.
In conseguenza di ciò il vapore acqueo, contenuto nell’aria sotto forma di umidità relativa, nel passaggio dell’aria da una temperatura più alta (interna) a una più bassa (esterna) si condensa. Questo avviene specialmente d’inverno. Un altro fattore che può essere causa di muffe è l’infiltrazione dell’acqua piovana dalle superifici esterne qualora non ci fossero un buon intonaco né una buona pittura (sono molto consigliate quelle acril-silossaniche).
I punti critici, in cui questo fenomeno è più evidente, sono le intersezioni tra pilastri e muratura, dove, per differenza di porosità dei componenti, c’è discontinuità di materiale e un passaggio di calore più rapido (ponti termici).
Affinché questo passaggio di calore non si manifesti la parete deve essere adeguatamente coibentata e la faccia interna deve avere una temperatura vicina a quella dell’ambiente che delimita (se nell’ambiente ci sono 20°C, la parete interna dovrebbe misurane 15°C).
Nel suo caso la parete perimetrale non possiede queste caratteristiche e va quindi adeguata.
Intanto le consiglio di ventilare l’ambiente e asciugare con un deumidificatore. Pitturare non è un rimedio definitivo, anche se esistono alcuni tipi di pitture con buone caratteristiche di isolamento.
Sono diversi i parametri che contribuiscono al mantenimento dell’umidità relativa all’interno di un ambiente, ma, un ruolo fondamentale, viene svolto dalla resistenza termica della parete, ovvero dalla sua capacità a non far passare il calore dall’interno verso l’esterno.
Inoltre gli ambienti devono essere mantenuti asciutti consentendo una ventilazione naturale, se poi si tratta di ambienti come cucine e bagni dove la presenza di vapore acqueo è maggiore o di pareti con esposizione svantaggiata, non credo che i rimedi empirici possano fare qualcosa.
La muffa e le sue cause
Come eliminare la muffa
I prodotti
I rischi per la salute

Decorazioni per la tavola fai-da-te

Postato in Senza categoria il 9 dicembre, 2009
christmas500
Natale alle porte, budget low cost. La soluzione sta nell’apparecchiare la tavola delle Feste con decorazioni fatte in casa, semplici da preparare e soprattutto in grado di garantire un ottimo effetto scenografico con una modica spesa.
Ecco qualche idea per personalizzare l’apparecchiatura:
- Il centrotavola: vi suggeriamo due idee per farlo a forma di Ghirlanda
- Segnaposto: si possono far realizzare anche dai bambini, facendo loro semplicemente scrivere il nome dei commensali su dei cartoncini colorati con una “glitter pen”
- Bicchieri: accanto ai classici calici, di possono mettere normali bicchieri in vetro con applicate delle vetrofanie attacca-stacca a tema natalizio, in vendita nei grandi centri bricolage. Una volta finita la cena, i bambini potranno divertirsi a staccarle e riattaccarle sui vetri delle finestre
- Portatovaglioli: un’idea originale è quella di arrotolare i tovaglioli in una rete rigida a maglie grosse color oro o argento, di grande effetto decorativo. Oppure si possono legare due o tre bastoncini di cannella con nastrini colorati, un tono per ogni commensale, e usare il nastrino stesso per tenere arrotolato il tovagliolo.
Il tocco finale: una “manciata di stelle” oppure di paillettes dorate da spargere sulla tovaglia, una volta finito di apparecchiare. Se ne trovano in vendita nei grandi centri bricolage.
LA GHIRLANDA DI PAGLIA
Cosa serve:

· un festone di abete sintetico
· rametti animati con filo metallico dentro
· nastro animato a fascia alta
· palline dorate
· fili di perle decorative con anima fil di ferro
· colla a caldo opp. colla vinilica
· fil di ferro
Come fare:
1 Per prima cosa bisogna fissare il festone alla ghirlanda con la colla a caldo, oppure legandolo con del fil di ferro.
2 Arrotolare il festone doppio alla ghirlanda coprendo per intero la struttura
3 Fissare anche l’ultima estremità del festone con la colla a caldo, oppure con un nodo ma facendo attenzione perché che cada sul retro della ghirlanda e non sia visibile
4 Decorare la ghirlanda con i rametti infilandoli nel festone alternando i colori, ad esempio rosso e oro oppure argento e blu, sfruttando l’anima in filo metallico per fissarli alla ghirlanda
5 Aggiungere le palline fissandole al festone con un velo di colla a caldo oppure vinilica.
6 Arrotolare alla ghirlanda anche il filo di perle fissandolo all’inizio e alla fine con del fil di ferro
7 Posizionare la ghirlanda al centro della tavola e inserire una candela profumata, magari glitterata o dello stesso colore delle decorazioni. Se si preferisce appenderla, invece, basta far passare un nastro attorno alla corona.
LA GHIRLANDA IN POLISTIROLO
Cosa serve:
· ghirlanda in polistirolo di diametro 15 o 20 cm
· un festone di abete sintetico
· chiodi di garofano
· colla a caldo oppure vinilica
· forbici
· bastoncini di cannella
· rametti animati con bacche colorate, tipo vischio
· anice stellato
· nastro animato a fascia alta oro e rosso
· filo di ferro
· pignette di colore naturale oppure colorate con vernice spray color oro
· castagne crude
Come fare:
1. Fissare una estremità di uno dei due nastri alla ghirlanda con la colla a caldo oppure vinilica e avvolgerle per intero il nastro attorno, ma lasciando degli spazi “vuoti” che andranno a essere coperti dal secondo nastro. Si può anche decidere di mantenere la ghirlanda monocromatica e usare un solo nastro
2. Fissare anche l’ultima parte del nastro con la colla e ripetere il procedimento con il nastro di colore diverso, stando attenti ad alternarne i toni e a coprire ogni spazio vuoto da cui si possa scorgere la forma di polistirolo
3. Tagliare dal festone di abete alcuni rami e, legati con del fil di ferro, fissarli alle due estremità della ghirlanda
4. Cominciare a infilare le decorazioni, prima di tutto i chiodi di garofano, lungo il nastro fissandoli direttamente nel polistirolo. Poi l’anice stellato, anch’esso facile da infilzare nel polistirolo, e i rametti di vischio che hanno un’anima metallica- Per la cannella, invece, bisogna due a due i rametti con del filo di ferro, coperto con un pezzetto di nastro, per poterli fissare tra i rami del finto abete. La stessa cosa si può fare con le pignette dorate, mentre le castagne vanno infilzate una a una e fissate con fil di ferro al polistirolo
5. Posizionare la ghirlanda su un piatto da portata tondo, dello stesso diametro della forma in polistirolo, e posizionare al centro una candela profumata, magari di spezie. Come per la ghirlanda in paglia, si può anche avvolgere un nastro all’estremità superiore e appenderla alla porta di casa.
Altre idee per le decorazioni natalizie fai-da-te e le istruzioni per realizzarle nei video di Leroy Merlin.

Fai-da-te: le decorazioni per l’albero di Natale

Postato in Senza categoria il 25 novembre, 2009
Bronzebrico
Ci eravamo lasciati con il découpage; considerato il successo e la diffusione di questa pratica e dell’hobby delle decorazioni fai-da-te, dedichiamo l’appuntamento di questa settimana a un tema utile in vista delle Feste: la personalizzazione degli addobbi per l’albero di Natale.
C’era una volta l’abete carico di frutta secca, mandarini, biscotti e pupazzetti di pannolenci: così lo ricordano le nonne, una sorta di totem domestico che per un mesetto riempiva gli occhi di grandi e piccini con la sua smisurata ricchezza di dolciumi e prelibatezze, ben lontana dalle abitudini di consumo degli altri periodi dell’anno. Per chi se lo poteva permettere, c’era anche qualche decorazione di cristallo, come quelle a forma di uccellino con la coda che faceva da molletta. Poi arrivarono i biscotti, importati dalla tradizione nord europea, soprattutto in pan di zenzero, a forma di omino di neve, bucati all’altezza del cappello per poter essere appesi ai rami.
E oggi?
Tralasciando le disquisizioni sulla preferenza tra albero vero (sempre con radici, in modo da poterlo trapiantare una volta destituito dal suo ruolo di testimonial delle Feste) o finto, e veniamo direttamente alle decorazioni. Un albero che si rispetti deve avere:
-    palle decorative
-    lucine, di colore neutro o colorate
-    ghirlande o fili di perle
-    puntale (a piacere)
Per prima cosa consigliamo di decidere se si preferisce mantenere la decorazione monocromatica (ad esempio tutta rossa, oro o argento), bicromatica (rosso e oro oppure argento e blu) oppure coloratissima e simpaticamente “disordinata”; in questo caso, attenzione a disporre bene tutti gli addobbi, per evitare “macchie di colore”. In secondo luogo, bisogna decidere che carattere dare al nostro abete. Ecco alcuni suggerimenti di decorazioni.
- dolciumi e altre prelibatezze: per golosi e generosi, che vogliono omaggiare ogni ospite con un dolciume “colto” dall’albero, ci sono diverse opzioni. Mulino Bianco in occasione del Natale propone i classici Pan di Stelle, biscotti al cioccolato e nocciole con glassa di zucchero, con forme natalizie e buco: con un semplice cordoncino si appendono ai rami. Così anche Kinder con i suoi pupazzetti o ovetti al cioccolato, mentre la novità dell’anno è la mini-nutella, in barattolini da 300 grammi con tappo oro, rosso o argento e cordoncino.
Resta sempre valida anche l’opzione spezie e frutta secca; in questo caso si possono alternare bastoncini di cannella legati con nastrini rossi a noci colorate con vernice spray color oro e legate da cordoncini. Infine, le classiche arance riviste e corrette: si può decorarle con chiodi di garofano (infilzati nella buccia) e appenderle all’albero con un bel nastro per un effetto visivamente e olfattivamente gradevole.
Addobbi di pasta: divertenti da realizzare con i bambini. Per realizzarli servono:
* pasta corta (penne o rigatoni)
* una bacinella con acqua
* colori a tempera
* carta assorbente
* colla vinilica
* nastrino colorato
Ecco come fare:
1 immergere la pasta cruda in un bacinella d’acqua precedentemente colorata con qualche goccia di tempera;
2 asciugarla su normale carta assorbente
3 legarla assieme con un po’ di colla vinilica e darle la forma desiderata (stelle, alberelli o campane, a seconda del tipo di pasta usata).
4 applicare un nastrino sull’estremità, legandolo bene in modo che possa sostenere il peso, seppure lieve, della decorazione.
Fiocchi di neve in fil di ferro:
Anche questo addobbo si può fare assieme ai bambini, ma con più attenzione. Servono:
*  fil di ferro sottile
*  una pinza
* perline colorare oppure trasparenti, effetto cristallo
* nastrino colorato
Ecco come fare:
1 piegare il fil di ferro fino ad ottenere la forma desiderata, magari un fiocco di neve (in questo caso, basta tagliare quattro o sei pezzi di filo di diversa lunghezza e unirli assieme, legandoli al centro, con un ulteriore pezzetto di filo), oppure dandole la forma stilizzata di una campana.
2 infilare le perline lungo il filo. Se ne possono scegliere di diversa misura (lunghe, corte, di forma tonda o quadrata, colorate oppure trasparenti, effetto cristallo)
3 piegare leggermente l’estremità di ogni filo (o delle due estremità nel caso della campana) perché le perline non escano
4 fermarne l’estremità rigirando il filo su sé stesso con la pinza, creando un piccolo gancio
4 infilare il nastrino nel gancio così ottenuto, per appendere la decorazione all’albero
Perline, paillettes e strass. Per gli addobbi scintillanti servono:
* un anello di polistirolo (di quelli usati per il découpage) o un bicchiere
* sfere di polistirolo
* perline e paillettes colorate
* spilli con capocchia piccola (come quelli usati per il patchwork)
* bullone a occhiello
Ecco come fare:
1 prendere la sfera di polistirolo e poggiarla sull’anello di polistirolo o più semplicemente su un bicchiere, in modo da tenerla ferma
2 infilare il bullone nella sfera
3 infilare su ogni spillo una o più perline colorate e/o una delle paillettes, a seconda dell’effetto che si desidera ottenere
4 puntare ogni spillo sulla sfera, iniziando dalla zona attorno alla vite, come si fa con un puntaspilli, prestando attenzione perché non rimangano zone “vuote”
5 infilare un nastrino nell’occhiello del bullone ed appendere la palla all’albero
Palle decorate con découpage. Per realizzarle servono:
* sfere di plastica o altro materiale leggero
* colla a base vinilica
* forbice
* pennelli
* carta con decori natalizi
* spugne
* rulli in gommapiuma
La procedura è la stessa descritta nell’articolo di questa rubrica dedicato al découpage
Guarda i video degli addobbi fai-da-te

Il découpage va di moda (e poi arrivano le feste)

Postato in Senza categoria il 9 novembre, 2009
decoupage500
Dopo sei rubriche (con cadenza cambiata da settimanale a bisettimanale) su argomenti molto basici come parquet e piastrelle, in cui abbiamo parlato di tecniche di posa, massetti e questioni affini all’edilizia, è il momento di un radicale capovolgimento di fronte: frivoleggiamo con le decorazioni. Che non sempre sono frivole, anzi. Ma in questo caso sì. Infatti, se non lo sapete, vi informiamo che il découpage vive un grande momento.
Il découpage è la tecnica più spudoratamente facile per decorare. Spudoratamente perché, come dice la parola che viene dal francese “couper”, tagliare, consiste nel ritagliare un disegno o un’immagine che ci piace per poi incollarlo sull’oggetto o sulla parete che vogliamo decorare. Personalmente, tengo in gran conto le decorazioni di alto artigianato e ancor più i trompe-l’oeil davvero dipinti, perfetti soprattutto in case arredate “in sottrazione”, ovvero molto sobrie e, come si diceva un tempo, minimaliste, ma non amo il découpage. Tuttavia, non si può che prendere atto del suo grande successo. In edicola si trovano diverse riviste di découpage (per esempio Laboratorio di découpage) oppure di decorazione che danno ampio spazio al découpage (per esempio Add-Arte del decorare).
Preso atto, se proprio dobbiamo parlare di découpage, facciamolo adesso, confortati dal fatto che all’orizzonte si comincia a intravedere il Natale. Quindi con il découpage avviamo una serie di Bricò ispirati a temi di decorazione, particolarmente spendibili per le Feste. Sulle riviste, se volete, trovate vari lavori spiegati passo per passo. Qui vi diamo le linee guida sul découpage. E poi, se vi viene voglia di provare, buona fortuna. Nel caso, un po’ di fortuna dovete per forza averla già: se ve lo potete permettere, significa che non avete un rubinetto rotto o una grondaia che perde e quindi, senza l’obbligo dell’utile, vi concedete il dilettevole.
Che cosa si può decorare con il découpage
Mobili, piatti, vecchie tegole, scatole portagioie, vasi, specchi, ma anche superfici rivestite in tessuto. Il découpage è eclettico.
Materiali e strumenti di base
Dopo aver scelto l’oggetto da decorare e la decorazione, provvedetevi di:
* forbici
* taglierino
* una superficie su cui tagliare, preferibilmente un tappetino in gomma
* colle a base vinilica
* pennelli di vari formati, per stendere eventualmente il colore, rifinire e ritoccare. Tenere distinti i penelli per i colori da quelli per stendere le colle e le finiture (per esempio vetrificanti)
* colori acrilici
* spugne per inumidire e tamponare
* rulli in gommapiuma e gomma dura
* carta vetrata a grana fine e media
* materiali di finitura (variano in base al risultato desiderato)
Il procedimento di base in nove passi
1. Ritagliare l’immagine da incollare
2. Preparare la superficie dell’oggetto da decorare (pulizia profonda, eventuale levigatura; se la superficie è di metallo trattare con antiruggine; se di legno o comunque porosa, stendere un velo di cementite dopo aver preventivamente carteggiato con cartavetro a grana fine eccetera)
3. Stendere il colore di fondo, se necessario
4. Immergere l’immagine ritagliata in una bacinella d’acqua, o tamponare con una spugna umida per far ammorbidire la carta
5. Stendere la colla sul retro dell’immagine
6. Applicare sulla superficie, tamponare con una spugna e poi passare con un rullo in gomma dura per fare aderire perfettamente l’immagine alla superficie.
7. Se necessario, ritoccare l’immagine nei punti in cui occorre ravvivare il colore, riprendere un dettaglio riuscito male eccetera
8. Stendere una prima mano e una seconda mano di vernice di finitura. Poi carteggiare
9. Continuare con mani di vernice e carteggiature fino a quando la superficie dell’oggetto decorato è totalmente uniforme e l’immagine risulta perfettamente incorporata nell’oggetto stesso
Varianti, raffinatezze ed effetti kitsch
Se vi innamorerete del découpage, scoprirete che ci sono tantissime finiture. Le più diffuse tra gli appassionati sono quelle con effetto anticante, per esempio il craquelé (consiste in una sorta di fitta trama di screpolature superficiali, è ideale per oggetti in ceramica e vetro), mentre altre finiture anticanti utilizzano il bitume, il té o altri infusi, la polvere di caffé, la gommalacca, cere di finitura…
Non approfondiamo perchè questa rubrica è ormai fin troppo lunga e poi è divertente scoprire queste cose da sé o perfino inventarle, come ben sanno certi falsari.
Ma la tarlatura no
Il buon gusto, però, ci suggerisce un consiglio: se proprio volete anticare un oggetto, fate pure, ma almeno evitate di imitare i buchi dei tarli.

La cassetta degli attrezzi

Postato in Senza categoria il 28 ottobre, 2009
bricocassetta
Un argomento spinoso, quello della cassetta degli attrezzi. Ogni bricoleur ha le sue preferenze, chiamiamole pure fissazioni, e finisce per affezionarsi ai suoi attrezzi e alla sua idea di ordine. Non avete mai visto un bricoleur dare in ismanie e aggirarsi per la casa gridando: «Chi ha preso la mia pinza»? In questa rubrica, però, voglio affrontare il rischio di stilare un elenco degli attrezzi di base. Rischio perchè so già che riceverò mail di obiezioni, quando non di risentite critiche (a proposito, se volete scrivere a questa rubrica usate la e-mail di redazione: “casaweb@repubblica.it” scrivendo nell’oggetto Bricò). Ma voglio farlo lo stesso perchè parlare della cassetta degli attrezzi consente di affrontare un altro importante argomento. Che viene introdotto dal consiglio: la cassetta degli attrezzi deve restare di base, a meno che il bricoleur non si specializzi in un campo specifico. Un nostro amico, per esempio, si fa da sé solo l’elettricista. Ho il dubbio che chi si specializza possa essere definito bricoleur, termine che sottindende un certo eclettismo, una certa “maneggioneria” pronta ad applicarsi e ingegnarsi nei campi più disparati. Un buon bricoleur è un piccolo Leonardo dei lavori di casa. Ad ogni modo, la ragione per cui la cassetta degli attrezzi deve restare di base è presto detta: l’offerta di attrezzi, accessori e prodotti per la gestione della casa e per il bricolage si è talmente ampliata che la linea più logica da seguire è questa: meglio avere in dotazione gli attrezzi indispensabili, perchè poi ogni diverso lavoro richiederà acquisti mirati di strumenti e materiali specifici. Facciamo un esempio e non lo facciamo a caso. Leroy Merlin, per dire, è partner di queta rubrica. Quando vado da Leroy Merlin è sempre un’avventura. Ogni volta scopro un dettaglio, un accessorio, un’invenzione, un nuovo materiale che permetterà di ottenere più facilmente il migliore risultato. E francamente si potrebbe dire (quasi) lo stesso di altri supermercati del bricolage. Pensate anche solo all’attrezzo di base per eccellenza: il martello. Adesso potete scegliere tra martelli in gomma, in plastica e in acciaio, ma anche martellini, martelli, martelloni, mazzette, martelli da carpentiere… basterebbero i martelli a riempire la vostra cassetta. Di conseguenza, cassetta degli attrezzi light.
La cassetta degli attrezzi, un sito bricoarcheologico
Pensate anche a un’altra cosa: ogni lavoro di bricolage che farete vi lascerà probabilmente in eredità qualche pezzo che non avete usato o un nuovo attrezzo che avete comprato, quindi la vostra cassetta degli attrezzi diventerà comunque più ampia e più pesante anche per semplice stratificazione dei vostri lavori. Diventerà una specie di riepilogo di quello che avete fatto fino a quel momento. Con un giocoso neologismo potremmo definirla un sito bricoaercheologico.
Il catalogo è questo
Ad ogni modo, tralasciamo le altre considerazioni per arrivare al catalogo degli attrezzi. Se vi salta agli occhi qualche esclusione che vi sembra clamorosa, parliamone.
  • Martello medio
  • scalpello
  • pinza
  • tenaglia
  • chiave inglese
  • pappagallo
  • selezione di chiavi per bulloni
  • selezione di brugole
  • scatola dei chiodi
  • scatola delle viti e tasselli
Mi interrompo per sottolineare che proprio chiodi e viti saranno le categorie che cresceranno più rapidamente
  • 3 cacciaviti normali (piccolo-medio-grande)
  • 3 cacciaviti a stella (piccolo-medio-grande)
  • cacciavite cercafase
  • qualche mammut (per congiungere fili elettrici)
  • forbice da elettricista
  • taglierino (o cutter)
  • tronchese
  • trapano multifunzione (in particolare quella di avvitare e svitare)
  • metro a rotella
  • nastro isolante
  • livella
  • occhiali protettivi
  • guanti in pelle
  • guanti monouso
  • colla universale
  • tubetto di silicone trasparente
  • spatola
  • seghetto per legno
  • seghetto per ferro
E la cassetta? Metallo o resina
Fermo restando che gli attrezzi di dimensioni maggiori (per esempio la sega circolare) o i materiali di largo uso ma ingombranti (per esempio lo stucco) verranno conservati nell’angolo del bricolage, o per i più fortunati nella stanza dedicata o nel garage, la cassetta che deve contenere tutta questa roba (e pensare che sono solo gli attrezzi di base), per la cassetta il suggerimento è tra due varianti: la classica cassetta in metallo a cassetti che si aprono allargandosi a gradino, oppure l’analoga versione in cosiddetta resina, materiali polimerici molto resistenti ma leggeri, per esempio il polipropilene. Naturalmente ci sarebbe la raffinata valigetta-trolley in alluminio, ma è un po’ troppo elegante per un vero bricoleur.

La posa delle piastrelle

Postato in Senza categoria il 14 ottobre, 2009
StontechSlimFlorimgresceramiche500
Per concludere questa prima serie di rubriche dedicate alle pavimentazioni, è la volta di parlare della posa delle piastrelle in ceramica o in materiale lapideo (marmi e pietre). Anche se questa rubrica ha come sottotitolo Fai da te, questo è uno dei casi in cui l’esortazione va presa con le dovute cautele. Infatti, parlando del parquet abbiamo incoraggiato di far da soli soprattutto sottolineando che esiste l’opzione della posa flottante senza colla, la quale consente di ovviare all’infinito ai propri errori. Le piastrelle invece vanno posate con un adesivo, quindi la posa è da considerarsi definitiva.
Prima della posa
L’argomento richiederebbe molto spazio, ma restiamo sul basico. Se non siete esperti, e non lo siete perchè altrimenti non avreste bisogno di questa rubrica, per la prima volta provate con una stanza di secondaria importanza, un corridoio, un garage, uno sgabuzzino. Prima della posa vera e propria, appoggiate semplicemente le piastrelle: i problemi vi salteranno all’occhio. Quali problemi? Per esempio una parete fuori squadra, un tubo di termosifone che esce dal pavimento, un angolo difficile. Questo vi farà capire meglio un punto fondamentale: la posa delle piastrelle, come qualunque lavoro “definitivo” (definitiva è solo la morte, ma definiamo così i lavori il cui rifacimento presuppone una demolizione con materiali di risulta), richiede una elevata pianificazione.
Le regole d’oro
A titolo di guida essenziale, ecco le regole elementari da seguire.
1. Scegliete una stanza meno importante.
2. Tra pavimento e parete, scegliete il pavimento.
3. Se la superficie di base non è porosa (per esempio altre piastrelle), applicate un primo strato di malta per consentire alla colla di aderire adeguatalmente.
4. Se la stanza non è proprio piccola, preferite le piastrelle di grandi dimensioni.
5. Se la stanza è fuori squadra, tracciate due linee perfettamente perpendicolari servendovi della squadra a 90 gradi (vedi la lista degli attrezzi alla fine della rubrica), una delle quali deve arrivare alla porta di accesso alla stanza (o comunque all’apertura principale, che può essere anche una porta finestra): infatti è bene che arrivare davanti all’accesso di riferimento con piastrelle intere.
6. Seguendo le direttrici tracciate, cominciate a posare senza colla per verificare le eventuali problematiche e l’effetto finale.
7. Dopo aver deciso la disposizione ottimale, cominciate a stendere la colla in un’area non troppo grande (meglio restare al di sotto del metro quadrato) partendo dal lato opposto a quello della porta o della via di uscita. La colla va stesa con la spatola dentata.
8. Disponete tutte le piastrelle intere lasciando alla fine le piastrelle da tagliare.
9. Non sottovalutare l’importanza delle fughe, ovvero gli spazi tra piastrella e piastrella. Una scuola estetica le vuole molto ampie ma ricordate che questo complicherà la manutenzione. In ogni casom, decisa la dimensione delle fughe, usate le apposite crocette per rispettarla in maniera uniforme. Ogni crocetta va collocata all’incrocio fra quattro piastrelle.
10. Mentre procedete, verificate costantemente che le piastrelle siano in piano usando la livella a bolla. In caso di lastricatura di esterni dovrete invece verificare la pendenza prestabilita per garantire il deflusso delle acque verso il punto di scarico, ma vi sconsigliamo di lastricare uno spazio esterno se non siete molto esperti.
11. Per i tagli, potete fare da voi usando un tagliapiastrelle, ma vi consigliamo di farle tagliare da un esperto. Potete rivolgervi al negozio dove avete acquistato le piastrelle. Naturalmente prima di applicare le piastrelle tagliate, aspettate che si asciughino quelle che avete già posato.
12. Ultima raccomandazione, apparentemente ovvia, non calpestate le piastrelle appena posate e ricordatevi di togliere le crocette delle fughe prima che la colla sia indurita.
Se avrete fatto bene, dopo una giornata di asciugatura, potrete rifinire con il prodotto per le fughe e applicare il battiscopa
Attrezzi essenziali
Martello preferibilmente in plastica o gomma
Spatola dentata
Raschietto
Spatola
Squadra a 90 gradi
Livella a bolla
Spago gessato (quello che lascia dove si posa una sottile riga bianca) per le perpendicolari
Metro
Matita
Prodotti
Eventuale malta o cemento autolivellante
Colla
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Controlli preliminari: il fondo e gli angoli della stanza

Prima di cominciare a posare il parquet, occorre fare due verifiche nel locale in cui si desiderare effettuare la posa:
1. Controllare che il fondo sia regolare, ovvero non abbia fenditure, spaccature o forti dislivelli. Per quanto riguarda i dislivelli, potrete verificarli con una livella a bolla. In genere eventuali dislivelli non devono superare pochi millimetri ogni metro, diciamo due o tre. Se posate su un precedente pavimento, partite avvantaggiati. Se posate su un massetto non sufficientemente regolare e livellato o addirittura su un fondo da cui è stato asportato il precedente pavimento, vi toccherà ripristinare una condizione accettabile. In questo caso, alla fine la scelta più drastica è la migliore e la più rapida: rifare il massetto usando una malta autolivellante. Basterà seguire le istruzioni che trovate sulle confezioni. In genere basta attendere 24 ore soltanto prima di procedere alla posa.
2. La seconda operazione serve per verificare se le pareti sono a 90 gradi. Vi soprendereste di sapere quante case, soprattutto vecchie, non hanno pianta perfettamente rettagolare: in questi casi, molte se non tutte le stanze non avranno pareti a 90 gradi. Comunque, se, dopo aver verificato con una squadra a 90 gradi, siete certi che gli angoli della stanza sono perfetti, non c’è problema. In ogni caso, se scegliete la tecnica più semplice, detta “a tolda di nave”, a cassero, a listoni, a correre (le definizioni sono codificate solo dalla consuetudine, come spesso accade in edilizia), ovvero con i listoni che seguono paralleli a due pareti (e quindi perpendicolari alle altre due) procedete comunque serenamente. In questo caso, vi consigliamo di cominciare dalla parte della stanza dove il pavimento resterà maggiormente scoperto, in modo da  “portarvi” il difetto di asimmetria nella parte dove resterà la linea di divisione tra un listone e l’altro, evidentemente non parallela
rispetto alla parete, resti più nascosta, magari sotto un armadio “quattro stagioni”, una lunga credenza o un divano. Gli altri tipi di posa, spina di pesce, mosaico eccetera, nel caso di muri non a 90 gradi sono particolarmente complessi e richiedono di tracciare delle linee nella stanza che vi serviranno da guida. Non entriamo nel dettaglio perchè sarebbe troppo lungo. Avete comunque un’alternativa alla posa a tolda di nave, ed è quella a tolda di nave diagonale, con i listoni disposti a circa 45 gradi rispetto alle pareti, che anzi nel caso di muri storti è perfino consigliabile perché maschera meglio il difetto. Se vi piacciono tipi di posa diversi ma non volete affrontare la posa più complessa ricordate che potete eventualmente acquistare “mattonelle” di parquet prefinito su cui il disegno è già creato dai tasselli incollati sul supporto.
In posa
Come abbiamo premesso all’inizio, queste istruzioni prevedono la posa flottante libera (senza colla), con disegno a tolda di nave regolare. Regolare perchè si presuppone che i listoni abbiano tutti la stessa lunghezza.
La prima fila: decisivaRicordare che la prima fila è determinante. Quindi prendetevi tutto il tempo necessario. Dopo, avrete sempre più rapidamente.  Sistemato il tappetino (basta srotolarlo e tagliarlo con una affilata taglierina, cominciate a disporre i listoni lungo la parete più lunga oppure verso il punto da cui proviene la luce naturale. Se avete più finestre, verso la finestra più ampia o luminosa. Diciamo che il verso dipende da alcuni fattori e va deciso su misura per la stanza. Non dimenticate di inserire tra i listoni e tutte le pareti le zeppette per mantenere la distanza necessaria a compensare la fisiologica dilatazione dovuta a variazioni termiche e di umidità. Quando arriverete alla fine della prima fila, probabilmente dovrete tagliare l’ultimo listone. L’ideale è disporre di una sega circolare, per un taglio netto e senza slabbrature. In ogni caso, non dimenticare che il taglio finirà coperto dallo zoccoletto, che nasconderà anche lo spazio vuoto lasciato per la dilatazione.

Seconda fila: sfalsata a metà

Tagliate un listone perfettamente a metà e posatelo accanto al primo della prima fila, facendo incastrare il maschio e la femmina. Questo vi consentirà di avere le due file sfalsate: la linea di separazione tra un listone e l’altro della seconda fila cadrà perfettamente a metà di un listone della prima fila. Questo non ha solo ragioni estetiche, ma garantisce una migliore stabilità alla posa.
Raccomandazioni finali

A questo punto non resta che procedere pazientemente ripetendo quanto detto, con alcune raccomandazioni:
1. Appoggiate tappetino e  (parquet da posare in una stanza adiacente da quella che volete pavimentare. E’ la che farete tutte le operazioni preliminare e taglierete i listoni
2. se la stanza dove posate è molto grande o comunque lunga, ricordate di non superare gli otto metri lineari senza inserire i giunti di dilatazione.
3. Se prevedete l’inserimento di una soglia nel punto di passaggio ad altra stanza o a zona pavimentata diversamente (è il caso, per esempio, di bagni o cucine in cui il pavimento sotto i sanitari o il piano lavoro con la lavastoviglie è in ceramica), prima di collocare il primo listone che termina nel punto di passaggio, dovrete inserire il sottosoglia su cui incastrerete la soglia solo a posa finita.
4. Ogni tanto prendete la scopa e raccogliete la segatura in un contenitore, altrimenti alla fine ve la  ritroverete dappertutto.
Semplice ma perfido: il battiscopa

Finita la posa, potete camminarci sopra subito. Anzi, lo dovrete fare perchè andrete a togliere le zeppe che separano il parquet dalle pareti e mettere il battiscopa. Un’operazione piuttosto semplice, complicata solo dal taglio a 45 gradi del battiscopa da collocare negli angoli. Tanto che c’è chi, per si risparmia il fastidio acquistando gli appositi elementi speciali per angoli.


sabato 18 settembre 2010

muffa: rischi per la salute


 
La comparsa di una macchia di muffa all'interno di un ambiente domestico non deve essere sottovalutata- afferma lo Studio Associato Minniti & Torella Architetti di Roma- poiché è un indicatore inequivocabile di una cattiva qualità ambientale, e può essere fonte di pericoli per la salute in particolare dei bambini. Le spore di alcune muffe, infatti, causano potenti allergie, o possono rilasciare tossine che, nei polmoni, creano infiammazioni polmonari.Come gli altri allergeni indoor, quali acari e batteri, la presenza all’interno degli edifici delle spore prodotte dalla muffa ha comportato negli ultimi anni un crescente aumento dei casi di asma nei bambini e negli adolescenti.

Attenzione ai prodotti antimuffa nocivi per la salute
«La pulizia con la candeggina è un palliativo che sposta il problema di qualche mese, ma non ne elimina la causa» continua lo Studio Minniti&Torella; la disinfezione può essere fatta con la candeggina, ma l'applicazione di molti prodotti antimuffa (a esclusione di alcuni come l'intonaco interno a base di calce) sono a volte sconsigliati poichè intervengono sull'effetto e non sulla causa ed oltretutto spesso sono prodotti di sintesi fortemente dannosi per la salute umana. E' sempre meglio consultare un architetto o uno specialista e leggere bene le etichette dei prodotti.


La cause della muffa in casa


Le muffe sono un tipo di funghi che si riproducono per mezzo di spore e possono causare danni nell'uomo in particolare all'apparato respiratorio. La muffa è composta da microrganismi viventi come batteri e spore, che continuano a proliferare a colonie sui muri “mangiandosi” letteralmente prima le pitture esterne e poi l’intonaco. Infatti, le muffe si manifestano prima con piccoli puntini neri, poi questi puntini diventano delle macchie scure compatte, segue lo sfarinamento e lo sfogliamento delle pitture e degli intonaci, risponde Roberto Rallo del colorificio Atria di Partanna (provincia di Trapani).
Ma dove si formano?«In ambienti chiusi e poco soleggiati come cantine, garage ma anche nelle abitazioni sui soffitti e sulle pareti esterne» risponde lo studio Fulfaro & Partners, architettura - ingegneria in Roma.

Quali sono le cause?
Principalmente due:
• insufficiente isolamento termico delle pareti: muri, travi e pilastri rivolti all’esterno e non perfettamente coibentati (ponti termici);
• errate abitudini di riscaldamento e di ventilazione della casa: insufficiente ricambio d'aria, biancheria umida messa ad asciugare all’interno specialmente nella stagione fredda, eccesso di acqua nelle piante.

Le muffe, piccoli puntini neri che diventano successivamente macchie scure compatte, si manifestano in ambienti dove è presente il fenomeno della condensa, formazione di goccioline d'acqua dovuta al vapore acqueo presente nell'aria che condensa a contatto con pareti fredde.
Per attecchire e svilupparsi, le muffe hanno bisogno di quattro condizioni essenziali contemporaneamente: temperatura alta all'interno e bassa all'esterno, presenza di spore, luce scarsa, acqua (in pratica la condensa).


Come eliminare le muffe: liquidi, pitture e sistemi isolanti


Per valutare empiricamente il grado di formazione della muffa, basta guardare il colore, che inizialmente è beige chiaro, e poi passa al colore nero. Inoltre un altro indice è l'estensione della macchia, che assume con il passare del tempo dimensioni sempre più estese. Secondo Roberto Rallo del colorificio Atria «la miglior arma è la prevenzione, con la ventilazione costante dei locali, e in special modo dei muri esposti all'esterno» (ma della prevenzione ne parleremo nella prossima puntata).
COME ELIMINARE LE MUFFE
Risponde lo studio Fulfaro & Partners, architettura - ingegneria in Roma
Non esiste un metodo unico per combattere la muffa, bensì molteplici. Per lungo tempo sono stati impiegati rimedi come l'alcol denaturato o la comune candeggina.
Oggi in commercio sono disponibili nuovi prodotti quali:
LIQUIDI ANTIMUFFA: sterilizzanti per rimuovere la muffa dai muri o additivi da aggiungere all'idropittura per rendere le pareti meno attaccabili dalle spore;
IDROPITTURE ANTIMUFFA: anticondensa per rimuovere la muffa che si è formata per eccesso di condensa, e additivate per ambienti dove è scarsa la ventilazione.
Quando comincia a formarsi della muffa alle pareti, bisogna intervenire con urgenza per impedire che essa si propaghi sempre più.

Le principali fasi sono le seguenti:
1. lavare a fondo le muffe dal muro con un liquido antimuffa, tenendo ben ventilato il locale dove state lavorando per non respirare le esalazioni del prodotto (usare guanti di gomma e mascherina). Non grattare la muffa dai muri con
spazzole o spatole, le spore della muffa si propagherebbero nell’aria né risciacquare con acqua. Arieggiare per bene il locale fino a quando scompare ogni odore lasciando asciugare i muri.
2. Nei casi più gravi, ossia quando la muffa ha danneggiato la pittura o l’intonaco, dopo il lavaggio (far passare almeno 24 ore) bisogna raschiare le pitture e gli intonaci e stuccare le parti ammalorate.
3. Quindi dare almeno due mani di pittura antimuffa impregnando le pareti interessate facendo asciugare per almeno 24 ore.
4. Infine applicare un additivo antimuffa specifico per idropitture; normalmente un flaconcino da 250 ml è sufficiente per additivare una latta da 14 lt di idropittura.

ISOLARE LE PARETI ESTERNE E INTERNE
Per le pareti fredde è necessario migliorare la coibentazione con opportuni sistemi isolanti:
- isolando le pareti dall’esterno (cosiddetto rivestimento a cappotto), si ottiene l’eliminazione di tutti i punti freddi e aumenta la capacità di accumulo termico dell’edificio. Il sistema d’isolamento a cappotto consiste nel fissare all’esterno delle pareti, tramite collanti e tasselli, dei pannelli coibenti (tipo EPS) che successivamente vengono rasati con una speciale colla ed armati con una rete in fibra di vetro alcali-resistente prima dell’applicazione della rasatura e finitura finale.

Isolamento delle pareti dall’interno, a seconda dei casi si può utilizzare una delle seguenti soluzioni:
1. incollare sulle pareti interne lastre di gesso rivestito preaccoppiato con isolante (tipo polistirene, fibra di legno o fibre minerali).
2. Realizzare una controparete con struttura metallica, isolante e gesso rivestito.


Sos muffa in casa


 muffa


Antiestetica e insalubre, si forma a causa di infiltrazioni o eccessiva umidità. Ecco come intervenire nell’immediato, quali sono le cause e quali comportamenti evitare, partendo da una domanda dei lettori.
muffa500
In alcune stanze della mia abitazione (tutte dipinte con lavabile bianca,  si formano delle muffe a “macchia di leopardo”, sempre negli stessi punti ossia dove si trovano i pilastri e i travi di calcestruzzo, sulle pareti di mattoni forati il fenomeno è molto meno intenso, praticamente inesistente , solo sfumato man mano che ci si allontana dal cemento armato. Ho provato delle costose vernici antimuffa (che hanno un lievissimo odore di zolfo) ma le muffe ricompaiono dopo 3, massimo 4 anni. Attualmente utilizzo comune candeggina spruzzata con un erogatore spray,  ripetendo l’operazione fino alla scomparsa delle muffe , a intervalli di 24 ore.
Con tale soluzione il lavoro è poco e la spesa irrisoria ma ovviamente nel giro di un annetto le muffe  si riformano.
Escludendo un costoso intervento di cappottatura esterna, quali altre soluzioni potete consigliarmi? Un rivestimento murale in sughero di 4 mm, incollato alla parete, potrebbe risolvere il problema?
Ringraziando per l’eventuale attenzione porgo i più cordiali saluti,
Regina


Risponde l’architetto Paola Nisticò di Roma
La muffa è un sintomo di condensa presente all’interno o sulla superficie della parete: essa si manifesta quando la parete esterna dell’edificio non è adeguatamente isolata.
In conseguenza di ciò il vapore acqueo, contenuto nell’aria sotto forma di umidità relativa, nel passaggio dell’aria da una temperatura più alta (interna) a una più bassa (esterna) si condensa. Questo avviene specialmente d’inverno. Un altro fattore che può essere causa di muffe è l’infiltrazione dell’acqua piovana dalle superifici esterne qualora non ci fossero un buon intonaco né una buona pittura (sono molto consigliate quelle acril-silossaniche).
I punti critici, in cui questo fenomeno è più evidente, sono le intersezioni tra pilastri e muratura, dove, per differenza di porosità dei componenti, c’è discontinuità di materiale e un passaggio di calore più rapido (ponti termici).
Affinché questo passaggio di calore non si manifesti la parete deve essere adeguatamente coibentata e la faccia interna deve avere una temperatura vicina a quella dell’ambiente che delimita (se nell’ambiente ci sono 20°C, la parete interna dovrebbe misurane 15°C).
Nel suo caso la parete perimetrale non possiede queste caratteristiche e va quindi adeguata.
Intanto le consiglio di ventilare l’ambiente e asciugare con un deumidificatore. Pitturare non è un rimedio definitivo, anche se esistono alcuni tipi di pitture con buone caratteristiche di isolamento.
Sono diversi i parametri che contribuiscono al mantenimento dell’umidità relativa all’interno di un ambiente, ma, un ruolo fondamentale, viene svolto dalla resistenza termica della parete, ovvero dalla sua capacità a non far passare il calore dall’interno verso l’esterno.
Inoltre gli ambienti devono essere mantenuti asciutti consentendo una ventilazione naturale, se poi si tratta di ambienti come cucine e bagni dove la presenza di vapore acqueo è maggiore o di pareti con esposizione svantaggiata, non credo che i rimedi empirici possano fare qualcosa.


Bioarchitettura, Bioedilizia ed efficienza energetica degli edifici




La casa moderna guarda al futuro e diventa sostenibile


Bioarchitettura: -Bioedilizia
La casa dove abitiamo è un passaggio cruciale del nostro rapporto con l’ambiente. Le scelte quotidiane in fatto di riscaldamento, raffrescamento e costruzione, possono avere infatti grandi ripercussioni sull’inquinamento, sui consumi, sul paesaggio che ci circonda. Spesso non ce ne rendiamo conto.

Negli ultimi anni nuovi concetti di progettazione biocompatibile si sono fatti strada in fatto di gestione sostenibile del processo edilizio che portano alla realizzazione di case biocompatibili, a con bassi consumi ed economicamente efficienti.

La bioedilizia prevede l’impiego di materiali naturali e la riscoperta di tecniche costruttive tradizionali cogliendone gli aspetti di sapienza millenaria rivisti alla luce delle nuove conoscenze e modalità costruttive moderne.

Accanto ai concetti base della bioedilizia si deve ricercare anche l’efficienza energetica dell’edificio ovvero si deve tenere in conto in fase di progettazione e costruzione di tutti quei piccoli e grandi accorgimenti che possono ridurre le dispersioni energetiche e favorire gli apporti naturali di energia sostanzialmente sotto forma di luce e calore.

Cogliere tutti questi vantaggi sull’impatto ambientale e sul risparmio nelle bollette è meno difficile e complesso di quanto possa sembrare e si traduce semplicemente nel fare le giuste scelte in fase di progetto e nella scelta dei materiali. Il giusto approccio molto spesso non comporta neppure un aumento di costi di costruzione, ma indubbi risparmi durante l’uso della casa.

Una casa eco compatibile a confronto con un’abitazione tradizionale può far risparmiare sino a circa il 38% dei consumi complessivi.
Elementi che compongono la casa, su cui si può agire per risparmiare
consumi energetici per ogni mq

  • Riscaldamento :


  • Per un appartamento tipo di 100 mq dislocato al nord Italia ad esempio occorrono all’anno circa 1.400 euro per il solo riscaldamento mentre adottando i suggerimenti per realizzare la casa ecologica si risparmierebbero circa 600 euro all’anno (42% in meno sul solo riscaldamento) questo da solo permette di ammortizzare in circa 5 anni i costi aggiuntivi che si hanno per gli adeguamenti della casa ai principi di costruzione “sostenibili”. Per risparmiare sul riscaldamento sono molto importanti la qualità dell’isolamento termico sia come materiali sia come accorgimenti di posa, e la scelta della giusta tipologia di impianto (a radiatori, a pavimento, a parete ecc..) nonché l’utilizzo di sistemi ausiliari con pannelli solari termici utili anche per la produzione dell’acqua calda.

  • Elettricità :

  • Il miglior utilizzo della luce naturale mediante una corretta disposizione delle finestre e l’utilizzo di pannelli solari fotovoltaici per la trasformazione dell’energia solare in energia elettrica può far risparmiare circa il 25% sui costi della bolletta elettrica.

  • Raffresacamento :

  • In molti casi la giusta temperatura estiva si può ottenere anche senza l’utilizzo dei condizionatori elettrici ma con un buon isolamento termico, con l’utilizzo di sistemi schermanti e sistemi di ricircolo naturale dell’aria si ottiene un risparmio del 35% sui costi della bolletta elettrica.

  • Acqua :

  • L’uso razionale dell’acqua è ottenibile mediante:
    dispositivi di riduzione delle portate applicate ai rubinetti, l’uso di sciacquoni per wc a doppio scarico ed alimentati da rete duale, dal recupero delle acque meteoriche e delle acque grigie, trattate e riutilizzate. Tali accorgimenti consento un risparmio di circa il 30% sui consumi d’acqua.

    Ogni accorgimento adottato può indubbiamente essere utile ma per ottenere risultati concreti è necessario un approccio globale e costante alle tematiche del casa biocompatibile.

    Sono importanti le abitudini di chi vive la casa per migliorare i risparmi ma la casa deve essere progettata e costruita per mettere nelle condizioni chi la abita di adottare comodamente ogni accorgimento con un occhio all’ambiente e l’altro al portafoglio.
    La legislazione di riferimento
    Ripartizione dei consumi in una casa
    La legge sul risparmio energetico approvata nel 1991 è diventata parzialmente operante solo nell’agosto del 2005 perché fino a quel momento sono mancati i decreti attuativi. La legge con l’ultimo decreto attutivo ha introdotto la certificazione energetica degli edifici che dovrebbe dare una sorta di certificato di qualità degli edifici analoga a quella che si utilizza per gli elettrodomestici, che ormai molti sanno essere suddivisi in classi di consumo espresse da una lettera dalla F per quelli con elevati consumi alla A per quelli più efficienti.

    Purtroppo per i materiali da costruzione la legislazione non prevede ancora l’obbligatorietà della certificazione delle loro caratteristiche rendendo difficile per il cittadino comune capire quali sono i materiali migliori e biocompatibili da utilizzare. I materiali spesso vengono venduti senza etichette e senza istruzioni per il loro corretto uso ed impiego rendendo il fai da te non supportato da conoscenze tecnico-operative o l’uso da parte di persone (anche imprese) non qualificate e competenti sono un fattori che spesso ne vanificano l’efficacia se non addirittura veicolo di danni all’edificio.

    Il recente decreto attuativo n. 192/05 ha comunque il pregio d’aver aperto le porte ad una stagione di cambiamenti e aumento della sensibilità al risparmio che ne potrebbe conseguire, non si capisce infatti perché se andiamo a comprare un auto una delle prime cose che chiediamo è quanto consuma? Così come molti quando comprano un elettrodomestico lo scelgono anche in funzione di quanto consuma leggendo la lettera sull’etichetta energetica, non si capisce perché per un acquisto di un bene importante come la casa non si fa la stessa cosa.

    Risparmiare sui consumi della casa grazie alla sua qualità costruttiva inciderà sui propri risparmi in maniera decisamente superiore ai consumi della lavatrice o della propria auto.

    La maggiore novità del decreto 192/05 è sicuramente l’introduzione del “ certificato energetico dell’edificio ” che prevede la suddivisione degli edifici in classi energetiche di consumo.
    La certificazione energetica sarà nel un documento che accompagnerà la casa e avrà nel prossimo futuro sicuramente un grosso impatto sul mercato immobiliare, sarà uno strumento in più per chi vuole comprare casa per appurarne la qualità costruttiva. In molti settori della vita si parla di qualità e ora saremo in grado di pretenderla anche nella scelta della casa che da sempre ha un enorme impatto sia sul benessere quotidiano sia sul paesaggio e l’ambiente.


    legge antisismica - Ritirata la proroga del 30 giugno 2010


    : -

    Ritirata la proroga del 30 giugno 2010


    Il governo ha ritirato la proroga del 30 giugno 2010 per l’entrata in vigore della normativa antisismica che negli scorsi anni è stata più volte prorogata.

    Le norme si applicheranno sia ai nuovi edifici sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti che dovranno adeguarsi ai nuovi limiti di sicurezza.


    mercoledì 15 settembre 2010

    Come fare a scegliere il meglio Parquet



    Parquet è uno dei disegni più popolari per i pavimenti esposti oggi. Come alternativa alla moquette, questo tipo di pavimentazione è meno costoso rispetto a molte altre opzioni, e ha il vantaggio di essere relativamente facile da mantenere. Quando si sceglie il tipo di pavimento in parquet per la vostra casa, ci sono alcuni punti da tenere a mente se si vuole raggiungere l'aspetto desiderato e mantenere comunque nel rispetto del budget.
    Non tutti sono consapevoli del fatto che il parquet è disponibile in una vasta gamma di sfumature. Questo è a tuo vantaggio, in quanto significa che è possibile scegliere facilmente pavimento che funziona con gli altri elementi di design nel tuo spazio. Deep toni ricchi possono aggiungere un aereo di eleganza alla stanza, mentre i toni più leggeri, sono ideali per un look più casual. Ci sono diverse texture disponibili con pavimento in parquet. Diversi tipi di legno vengono utilizzati per creare le sezioni pavimento. Gradi più alti sono buone opzioni per le zone ad alto traffico, mentre i gradi meno spesso funzionano bene in ambienti che vedono l'uso relativamente poco. La scelta del giusto grado renderà possibile per la pavimentazione a durare molti anni prima che ci sia la necessità di sostituire una parte o l'intero piano. Alcuni tipi di pavimenti in parquet sono trattati specificamente per l'installazione in zone ad alto traffico. Mentre i pavimenti sono di lunga durata, in qualsiasi forma, le sezioni che sono trattati con sigillante extra sono spesso preferibili quando l'installazione è in cucina, un corridoio o una stanza che vede una grande quantità di utilizzo. Prima di stabilirsi in un particolare colore e stile, assicurarsi che il prodotto è idoneo per l'area che avete in mente. La facilità di installazione è un altro fattore da considerare quando si esaminano i diversi tipi di parquet. Molti disegni comprendono una lingua nella progettazione scanalatura che lo rende facile per fare scattare le sezioni in posizione. Il risultato finale è un pavimento che sembra come se fossero installati professionalmente, anche se la casa ha esperienza, non prima di installare qualsiasi tipo di pavimentazione. Si vogliono anche per essere sicuri di acquistare materie pavimento in parquet, che hanno un adesivo che è semplice da usare. Alcuni tipi di colla parquet in legno richiede nulla di più di un sottile strato di garantire le sezioni in atto. Altri esempi di adesivo parquet in legno non vengono premiscelati e può essere un po 'confuso da applicare. Questo può essere un fattore importante se si pensa di fare l'installazione da soli.
    Il prezzo è spesso un fattore cercando in diverse tonalità e disegni di pavimento in parquet. Fortunatamente, è possibile acquistare sezioni parquet di buona qualità sono i prezzi ragionevoli. Questo significa che anche se si dispone di un budget limitato, c'è una buona probabilità che si può ancora permettersi il pavimento che si desidera. Per i bilanci eccezionalmente ristretto, considerare l'acquisto di piccoli lotti di sezioni interrotto, che sono in vendita con uno sconto profondo. Mescolando le sezioni in grado di creare un design unico che è piacevole per gli occhi e molto meno costoso di quanto sembri.


    Agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie aumentano dal 36% al 41%



    Finanziaria 2006


    Agevolazioni: -ristrutturazioni
    conviene di più o di meno ristrutturare?
    Con il maxi emendamento alla legge finanziaria approvato in Parlamento, le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie aumentano dal 36% al 41% tornando cosi` ai livelli originari.

    Purtroppo tale modifica non si traduce in maggiori benefici per gli utenti perche` contemporaneamente l`Iva viene portata dal 10% al 20%.

    Se poi si tiene conto della gia` avvenuta riduzione del tetto massimo delle spese ammesse che gia` da alcuni anni non e` piu` di 75.000 euro bensi` solo di 48.000, l`aumento dell`Iva riduce fortemente la convenienza dell`utente ad usufruire della detrazione. Cio` da un lato frena gli investimenti nel comparto (negli ultimi 5 anni si e` registrata una media di circa 220.000 comunicazioni all`anno) e dall`altro riduce le entrate contributive e fiscali e rida` nuova vita al lavoro nero.

    L`Ance auspica che il Governo torni quanto prima sulla decisione riguardante l`Iva e che tale obiettivo sia raggiunto anche intensificando l`impegno in sede di Unione Europea affinche` sia confermata - visti i notevoli risultati raggiunti anche sul piano della stessa finanza pubblica - la deroga concessa dell`Iva al 10% sulle ristrutturazioni edilizie.

    Roma 10 novembre 2005




    Torna a visitarci per gli aggiornamenti sulle agevolazioni che pubblicheremo qui non appena disponibili.


    Risparmiare con l'uso razionale dell'acqua




    Fa bene all'ambiente ma anche alle proprie tasche come fare...


    COME RISPARMIARE ACQUA
    risparmiare: COME RISPARMIARE ACQUA-ambiente
    risparmi e rispetti l'ambiente
    Molti sono i modi in cui potete aiutare l’ambiente risparmiando acqua. Usate i seguenti suggerimenti per risparmiare una quantità ancora maggiore di acqua in casa.

    Con alcuni accorgimenti è possibile ridurre il consumo idrico domestico anche del 50% senza ridurre le qualità della vita.
    Anzi, provate ad adottare questi consigli per un anno e poi a fare il confronto delle bollette e magari con i soldi risparmiati toglietevi qualche piccola soddisfazione anche questo aiuta a migliorare la vita.

    I miscelatori d'aria nei rubinetti e nelle docce
    L'uso dei miscelatori d'aria nei rubinetti e nelle docce consente di ridurre il consumo d'acqua senza dover modificare le proprie abitudini.
    Questa piccola aggiunta al proprio rubinetto permette infatti di miscelare l'acqua in uscita con l'aria. Chi usa il getto d'acqua non percepirà alcuna differenza ma il consumo complessivo di acqua sarà inferiore.
    Quanti litri d'acqua possono risparmiarsi con un miscelatore durante una doccia?

    Quasi la metà d'acqua e senza con questo cambiare né il tempo né il modo in cui si fa la doccia.
    Il risparmio d'acqua tramite i miscelatori può raggiungere anche il 40%



    Fare 1 bagno equivale a circa 3 docce
    risparmiare: Fare <b>1</b> bagno equivale a circa <b> 3 </b> docce-ambiente
    Doccia o Bagno?
    Le proprie abitudini possono pesare molto sull'utilizzo e lo spreco d'acqua. Basti pensare che per riempire una vasca occorrono circa 120 litri d'acqua mentre per una doccia il consumo d'acqua è pari circa a un terzo.
    Per rendere meglio l'idea: l'acqua potabile utilizzata per un bagno è equivalente al fabbisogno di acqua di un uomo per 100 giorni.
    Evitiamo di fare il bagno? Non sarebbe comunque una richiesta ragionevole.

    Per chi ama il piacere della vasca da bagno può essere sufficiente alternare la doccia al bagno, modificando solo parzialmente le proprie abitudini di vita.
    Nel fare la doccia può essere poi una buona abitudine quella di chiudere i rubinetti mentre ci si insapona. Il risparmio d'acqua è garantito.
    ATTENTI ALLE PERDITE: Verificare l'impianto idrico della propria casa
    E' consigliabile effettuare periodici controlli sullo stato dell'impianto idrico di casa. Si tratta di una verifica molto rapida da effettuare, è sufficiente controllare il contatore dell'acqua nel momento in cui tutti i rubinetti sono chiusi. Se il contatore continua a girare è probabile che ci sia una perdita.
    In questi casi contattate il vostro idraulico di fiducia, una perdita d'acqua trascurata oltre che uno spreco può anche danneggiare la vostra abitazione e quella dei vostri vicini.
    L'acqua piovana della grondaia
    L'acqua piovana non viene generalmente raccolta, passa dalla grondaia agli scarichi fognari posti in basso.
    Eppure quest'acqua potrebbe essere di grande utilità se raccolta mediante un semplice sistema di tubi in grado di veicolarla nel proprio giardino o in cisterne di raccolta per utilizzarla successivamente.

    Se è possibile convogliare l'acqua ad esempio in una cistarna nel sotto tetto si può pensare di collegarla agli sciacquoni del WC in modo tale che le vaschette siano riempite con acqua piovana, e solo in assenza di accumolo per mancanza di piogge attingere dall'acquedotto.

    L'acqua piovana è gratuita, usarla con razionalità significa quindi risparmiare l'acqua degli acquedotti e risparmiare sulla bolletta.
    Meno acqua sprecata con il doppio sciacquone del water
    Uno sciacquone del water consuma ad ogni getto circa 10 litri d'acqua. Non è però sempre necessario utilizzare questo getto. Per ridurlo è sufficiente porre una bottiglia di plastica da un litro piena d'acqua ermeticamente chiusa con il tappo. Il risultato sarà immediato. Con questo semplice accorgimento il consumo d'acqua passerà a 9 litri per getto, offrendo sempre lo stesso servizio. In alternativa, contattate il vostro idraulico di fiducia per regolare il galleggiante dello sciacquone compatibilmente ad una capacità minore di acqua. Considerando che l'acqua dello sciacquone è normalmente potabile, un minore spreco casalingo favorisce l'uso razionale delle risorse idriche, e riduce anche la bolletta dell'acqua. Può sembrare strano, ma quel litro d'acqua potabile è pari al fabbisogno giornaliero di un uomo e non tutti al mondo possono beneficiarne. Nota: nel caso si scelga di usare una bottiglia nello sciacquone è consigliabile togliere l'etichetta per evitare che la carta marcisca nell'acqua stagnante. Ricordarsi poi di inserire la bottiglia quando la vasca è scarica, ovvero immediatamente dopo aver tirato lo sciacquone.


     

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