TRAVATURE IPERSTATICHE
Fig. 8.8. Trave continua
Fig. 8.9. Trave principale ottenuta sopprimendo gli appoggi sovrabbondanti
Ad es., nel caso di trave continua su 4 appoggi (v. fig. 8.10) si possono adottare le strutture principali indicate nella figura 8.11. Questi schemi sono legati al nome dell'ing. Bavarese G. H. Gerber che perciò da lui prendono il nome.
Fig. 8.10. Trave continua su 4 appoggi
Fig. 8.11. Esempi di travi continue isostatiche: travi Gerber
8.6.2. L'equazione dei tre momenti
La scelta di struttura principale più conveniente risulta in genere quella ottenuta introducendo delle cerniere in corrispondenza degli appoggi. A questa scelta restano associati, come incognite iperstatiche, i momenti flettenti sugli appoggi, come indicato nella figura 8.12. Questa scelta risponde alla regola generale che consiglia di adottare delle strutture principali alle quali corrispondano delle configurazioni deformate le più vicine possibili a quella della struttura iperstatica alla quale sono associate.
Fig. 8.12. Esempio di struttura principale di trave continua su 4 appoggi.
Fig. 8.13. Struttura principale
Questa, riferita all'appoggio m-esimo, dove si è operata la sconnessione Mm = 0, esprimerà la condizione di continuità della trave ossia la condizione che la linea elastica abbia una tangente unica e quindi una rotazione relativa nulla fra le due sezioni facenti capo alla sconnessione, cioè: (8.14) |
Trattandosi di travi inflesse, ed possono più agevolmente calcolarsi mediante il teorema di Mohr illustrato al paragrafo 7.2.5.
Supponendo che la trave continua abbia rigidezza costante per ogni campata, è facile vedere che ed possono calcolarsi come qui di seguito indicato.
Rotazioni indotte dai carichi:
(8.15) |
Le reazioni e , note come termini di carico, si possono calcolare, una volte per tutte, per le condizioni di carico più frequenti. Nella tabella seguente sono riportati i valori di e per alcune condizioni di carico.
Rotazioni indotte dalle incognite iperstatiche:
(8.16) |
(8.17) |
Rotazioni indotte dai cedimenti vincolari:
Se indichiamo con , ed i cedimenti, supposti anelastici, degli appoggi , e rispettivamente, posto
risulta:
(8.18) |
(8.19) |
In tal caso infatti la (8.19) si semplifica nella seguente:
(8.20) |
Esse assumono perciò la forma :
prima equazione:
(8.21) |
ultima equazione:
(8.22) |
Se però gli estremi A e B sono incastrati, i momenti ed sono staticamente indeterminati. In tal caso occorrono due ulteriori equazioni che si possono facilmente scrivere osservando che, se gli incastri A e B siano sede di cedimenti angolari a e b rispettivamente, per le due campate di riva , si può scrivere
(8.23) |
Si ottengono così le due equazioni aggiuntive cercate:
(8.24) |
ponendo nella (8.20) si perviene a: |
mentre, ponendo , si perviene a: entrambe le equazioni ottenute coincidono con le (8.24). |
Siamo così in grado, in ogni caso, di scrivere un numero di equazioni di congruenza pari al numero delle incognite. Risolvendo questo sistema di equazioni algebriche si perviene ai valori dei momenti flettenti sugli appoggi. Siamo quindi in grado di calcolare le reazioni vincolari e di tracciare i diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione M e T.
8.6.3. Le reazioni vincolari
Lo studio della trave continua si completa con il calcolo delle reazioni vincolari, ottenuto facilmente una volta noti i momenti flettenti sugli appoggi. Infatti, con riferimento alla figura 8.14, dove il carico applicato sulla campata m-esima è, per semplicità, limitato ad una sola forza concentrata , il momento flettente al termine della campata, vale:
Fig. 8.14. Calcolo delle reazioni vincolari
(8.25) |
(8.26) |
• Se la sezione S è a destra del carico
(8.27) |
• Se la sezione S è a sinistra del carico
La reazione vincolare si ottiene facilmente osservando che dalla prima delle si deduce che il taglio a destra della campata è dato da:
(8.28) |
Mentre dalla figura 8.14 si deduce:
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